Yusuf Ahmed Kadhem, un prigioniero politico di 21 anni, è stato arrestato più volte con varie accuse collegate al suo attivismo politico e alla partecipazione a manifestazioni pacifiche. L’ultimo arresto risale al giugno 2022 per il quale sta attualmente scontando la pena nel carcere di Jau.
Il primo arresto risale al 23 settembre 2018 quando è stato detenuto per tre mesi con l’accusa di assembramento illegale, sommossa e fabbricazione di esplosivi. Tuttavia, l’esecuzione della sentenza ad un anno di detenzione è stata sospesa e Yusuf è stato rilasciato dopo il processo.
Il secondo arresto è invece avvenuto il 12 febbraio 2019, in questa occasione è stato detenuto presso il Dipartimento investigativo centrale (CID) per 20 giorni, dopodiché trasferito al Dry Dock Detention Center. Diversamente dall’arresto precedente, questa volta Yusuf ha dovuto affrontare due processi differenti. Il primo riguardava assembramento illegale e disordini pubblici, per il quale viene condannato ad un anno. Il secondo riguardava il caso di un attentato in autostrada del quale era stato considerato complice, per il quale è stato condannato a due anni di reclusione. Però, dopo soli due anni e due mesi è stato rilasciato grazie alla sentenza alternativa emessa nell’aprile 2021.
Il terzo arresto è avvenuto il 7 ottobre 2021. Gli agenti lo hanno convocato alla stazione di polizia di Roundabout 17 per un interrogatorio, senza specificarne i motivi. È stato trattenuto per una notte e portato al Dry Dock Detention Center il giorno successivo, dove è stato detenuto per tre mesi con l’accusa di essersi opposto pubblicamente all’accordo di normalizzazione tra il governo del Bahrein e l’occupazione israeliana. È stato rilasciato mentre il processo non era ancora volto al termine..
Il quarto e ultimo arresto è avvenuto il 13 giugno 2022. Alle 4.30 del mattino le forze di sicurezza, insieme a degli agenti in borghese tra cui due donne. Alcuni indossavano maschere con giacche verdi con la scritta “Sicurezza accompagnata da forze antisommossa“. I genitori raccontano che quando hanno aperto la porta di casa gli agenti di polizia si sono immediatamente rivolti a Yusuf dicendo: “Vieni con noi. Sai che sei stato condannato a un anno di prigione. Hai scontato 3 mesi di detenzione e te ne restano 9. Puoi chiedere una pena alternativa. Puoi chiedere una condanna alternativa” per poi consegnare il mandato d’arresto al padre. Ciò è avvenuto dopo che la Prima Alta Corte Penale, il 31 maggio 2022, lo aveva condannato in contumacia a un anno di reclusione con l’accusa di assembramento illegale e sommossa il 7 ottobre 2021 e possesso di dispositivi infiammabili nel tentativo di opporsi all’accordo di normalizzazione tra l’occupazione israeliana e il governo del Bahrein. Yusuf non ha potuto partecipare alle sedute del tribunale perché terrorizzato dalla possibilità di perdere il posto di lavoro. A seguito di tale sentenza, il 26 giugno 2022, la famiglia ha inoltrato la domanda di appello.
La famiglia di Yusuf ritiene che non abbia raccontato tutti i dettagli delle torture e dei maltrattamenti subiti per paura di ferirli. Inoltre, Yusuf infatti non ha avuto accesso a un avvocato in nessun momento degli interrogatori, delle indagini e del processo.
La condanna di Yusuf da parte del Bahrein per aver esercitato il suo diritto alla libertà di espressione e di riunione opponendosi alla normalizzazione e le precedenti procedure legali contro di lui per assemblea illegale violano il diritto internazionale, compreso il Patto internazionale sui diritti civili e politici, di cui il Bahrein è parte. Americans for Democracy and Human Rights in Bahrain chiede il rilascio immediato di tutti i prigionieri politici, compreso Yusuf. ADHRB chiede inoltre al governo del Bahrein di adottare le misure necessarie per garantire a tutti i prigionieri un processo equo e imparziale.