Jasim Mohamed AlAjwaid è un bahreinita di 25 anni che è stato arrestato all’età di 18 anni, torturato, sottoposto a sparizione forzata e condannato in diversi processi iniqui. Attualmente sta scontando una condanna a 37 anni nel carcere di Jau.
Jasim è stato arrestato durante le prime ore del 22 febbraio 2015. Degli agenti in borghese sono arrivati nella fattoria dove dormiva con il suo amico. Dopo aver fatto irruzione senza mandato hanno cominciato a torturarlo con percosse e scosse elettriche per due intere ore, fino a quando non è arrivata la polizia antisommossa che lo ha fatto salire su un autobus con altri 16 passeggeri. Jasim era ricercato da 3 anni e più volte la polizia ha fatto irruzione nella casa in cui abitava con la famiglia durante questo periodo. Più volte sua sorella è stata minacciata di arresto per essersi opposta alle perquisizioni illegali.
Per un’intera settimana Jasim è scomparso forzatamente perdendo ogni contatto con la sua famiglia, che come spesso accade, non è stata informata della sua sorte. Nonostante la famiglia fosse in contatto con il CID questo ha più volte negato di conoscere la posizione di Jasim. In realtà, durante l’interrogatorio, Jasim non solo è stato trasfereito al CID, ma anche stoto a tortura e negato della presenza di un legale per un’intera settimana. È stato picchiato duramente, costretto a stare in piedi per lunghe ore e privato del sonno. È stato completamente svestito e gli sono state incatenate le gambe. Lo hanno sottoposto a scosse elettriche in punti sensibili, oltre a continui insulti e imprecazioni. Inoltre, gli agenti addetti agli interrogatori hanno minacciato di fare del male alla moglie.
Dopo le torture subite durante l’arresto e l’interrogatorio, Jasim è stato costretto a confessare l’accusa di aver nascosto delle armi. Per tre volte però è stato portato davanti all’OPP dove ha negato le accuse nei suoi confronti. Ogni volta è stato quindi riportato al CID e sottoposto a nuove torture al fine di ottenere nuovamente una confessione. Alla fine, Jasim, esausto dai maltrattamenti subiti, ha finito per confessare solo in uno dei tanti casi sollevati contro di lui.
Jasim è stato condannato a una pena complessiva di 45 anni, ridotta a 37 in l’appello a causa della sua giovane età. È stato condannato per diversi casi a sfondo politico e alcune sentenze sono state emesse in contumacia. Durante uno dei processi, Jasim aveva informato il giudice di essere stato costretto a confessare sotto tortura, ma il giudice, al posto di aprire un indagine nei confronti delle autorità, lo ha minacciato di rimandarlo ai suoi aguzzini. Jasim è stato prima detenuto nel carcere di New Dry Dock e trasferito nel carcere di Jau al compimento del suo ventiduesimo compleanno.
In carcere gli è stata negata un’assistenza sanitaria adeguata. Per lungo tempo ha sofferto di dolori al petto originati dalle torture. Jasim ha anche contratto per ben due volte il Coronavirus, senza mai però ricevere cure adeguate o tanto meno i farmaci necessari. Inoltre, negli ultimi quattro anni, Jasim ha sofferto di gonfiori che hanno iniziato a comparire sui piedi e che per colpa della negligenza medica si sono poi estesi alle cosce e alla schiena, al punto che Jasim non può sedersi. Nonostante le numerose richieste richieste anche da parte della famiglia, purtroppo, non ha ancora ricevuto cure mediche adeguate.
Sfortunatamente, la tortura per Jasim non è rimasta circoscritta agli interrogatori, anche in carcere è stato infatti tato sottoposto a maltrattamenti fisici e psicologici. In un caso, è stato picchiato per tre giorni consecutivi: gli agenti controllavano regolarmente il suo corpo e, quando non trovavano segni, continuavano a picchiarlo. Quando è stato trasferito al carcere di Jau, dopo aver compiuto 22 anni, un agente ha minacciato di drogarlo, mentre la sua salute e controlli medici erano legati all’umore di un altro agente.
Le azioni del Bahrein contro Jasim violano il diritto internazionale, compresa la Convenzione contro la tortura e il Patto internazionale sui diritti civili e politici, in termini di arresto senza mandato, tortura e interrogatorio senza avvocato. ADHRB invita il Bahrein a rispettare i propri obblighi in materia di diritti umani annullando le condanne di Jasim e assicurando che ogni successivo nuovo processo sia conforme ai principi di un giusto processo. ADHRB esorta inoltre le autorità a indagare sulle denunce di tortura e maltrattamento da parte degli agenti carcerari, a ritenerli responsabili e a fornire a Jasim cure mediche adeguate e tempestive.