Nel marzo 2022, durante la 71° sessione, il Comitato delle Nazioni Unite per i diritti economici, sociali e culturali (CESCR) ha completato il suo esame delle pratiche del Bahrein in materia di diritti umani e ha emanato delle osservazioni conclusive. Il CESCR è l’organo delle Nazioni Unite che controlla e supervisiona l’attuazione del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (ICESCR). Secondo il Trattato ogni 5 anni uno Stato membro deve presentare un rapporto al Comitato dove descrive nel dettaglio i progressi fatti nell’attuazione dei diritti economici, sociali e culturali. Il Regno del Bahrain ha aderito al trattato sui diritti umani nel 2007 e dopo aver presentato il suo rapporto iniziale, risulta che dal 2012 non abbia più adempiuto ai suoi obblighi di rapporto.
Durante il processo di revisione, le domande poste dai membri del Comitato hanno costantemente rivelato che il rapporto iniziale del Bahrein al CESCR, presentato con 10 anni di ritardo, non era né un ritratto completo né accurato della realtà. Allo stesso modo, citando numerosi casi di violazioni dei diritti perpetrate dal governo e documentate da molteplici organizzazioni per i diritti umani, il Comitato ha dichiarato che gli interventi del governo del Bahrain non sono stati dati in buona fede.
Le osservazioni conclusive rappresentano il culmine della valutazione da parte del CESCR delle misure legislative, istituzionali e politiche adottate dal Bahrein per migliorare la realizzazione dei diritti economici, sociali e culturali delineati nell’ICESCR. Esse includono anche una serie di raccomandazioni volte a far rispettare i valori enumerati nel Trattato.
Il Comitato ha riconosciuto positivamente lo sforzo del governo a ratificare la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità e a promulgare misure legislative per migliorare la situazione economica, sociale e culturale dei suoi cittadini. Tuttavia, le raccomandazioni specifiche che seguono hanno il potere di dimostrare a un osservatore casuale l’incredibile scollamento tra le azioni legislative intraprese dal governo e qualsiasi miglioramento apprezzabile delle libertà economiche, sociali e culturali dei sudditi del Regno.
Applicazione nazionale del Patto
La prima raccomandazione del Comitato è fondamentale. Viene infatti rinnovata la richiesta al governo del Bahrein di garantire che i diritti sanciti dal Trattato siano pienamente adattati nella legislazione nazionale. Come il CESCR ha citato durante il processo di revisione, le leggi sull’antiterrorismo e sulla cybersecurity adottate dal Bahrein sono così ampie da non rispettare gli obblighi internazionali. Pertanto, è stato raccomandato al governo di intraprendere azioni appropriate per assicurare che “le disposizioni del Patto abbiano la precedenza nei potenziali conflitti con la legge nazionale”.
Istituzioni nazionali sui Diritti Umani
Il Comitato ha dimostrato la sua preoccupazione nei confronti dell’Istituto Nazionale per i Diritti Umani del Bahrein (NIHR), il quale non è sufficientemente indipendente dalla monarchia per funzionare efficacemente, e di conseguenza minimizza la portata delle violazioni dei diritti umani perpetrate dalle autorità del Bahrein. Senza l’indipendenza dell’ente dagli autori di tali violazioni che l’istituto stesso dovrebbe monitorare, la promozione e la protezione dei diritti umani in Bahrein continuerà ad essere soffocata. Il Comitato ha raccomandato che il governo faccia gli sforzi necessari per rafforzare l’indipendenza del NIHR in accordo con i principi di Parigi e assicurare che il suo mandato istituzionale possa essere effettivamente adempiuto. Inoltre, Il Comitato ha chiesto che nel prossimo rapporto vengano riportate dal NIHR specifiche denunce di violazioni dei diritti economici, sociali e culturali che ha ricevuto.
Società Civile
Il Comitato non ha ritenuto soddisfacente la risposta della delegazione Bahreinita sulle domande riguardanti le segnalazioni sulle continue violazioni dei diritti umani, tra cui molestie, intimidazioni e rappresaglie contro i difensori dei diritti umani. Ad aggravare le preoccupazioni del Comitato vi sono prove che suggeriscono che gli attivisti subiscono sistematicamente “ritorsioni come la privazione della nazionalità, sospensioni e declassamento di posizioni professionali nel settore pubblico e privato. Inoltre, gli attivisti sono soggetti a molestie da parte della polizia e della magistratura, compresa la detenzione arbitraria”. La raccomandazione del Comitato sottolinea la mancanza di informazioni da parte del governo sulla situazione dei difensori dei diritti umani imprigionati come Abduljalil Al Singace, Adbulhadi Al-Khawaja e Naji Fateel. Il gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria ha dichiarato che la loro detenzione è arbitraria e il relatore speciale delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani ha chiesto l’immediato rilascio di tutti e tre i detenuti. Il Comitato ha raccomandato al governo del Bahrein di attuare misure per proteggere i difensori dei diritti umani con la massima urgenza.
Diritti umani delle imprese
All’interno del panorama normativo nazionale non esistono leggi che obbligano le imprese private ad esercitare la due diligence sui diritti umani. Il Comitato ha notato l’impatto dannoso delle entità commerciali sui diritti umani a causa dell’inesistenza di limiti legali per le imprese. Ha quindi raccomandato l’adozione di un quadro giuridico che impone alle imprese di esercitare un certo livello di due diligence sui diritti umani. In questo modo, lo Stato potrà meglio adempiere agli obblighi generali sanciti nel Trattato.
Non discriminazione
Nonostante la delegazione bahreinita affermi che il quadro costituzionale e legislativo dello Stato fornisca sufficienti protezioni antidiscriminatorie, il Comitato ha notato la mancanza di una legislazione e di un quadro politico generale in tal senso, e ha inoltre identificato diversi gruppi altamente vulnerabili, tra cui le persone con disabilità, che continuano ad affrontare “diffuse discriminazioni, stigmatizzazioni e stereotipi negativi”, precludendo effettivamente il loro accesso ai diritti economici, sociali e culturali come codificati nel Patto. Per quanto riguarda i diritti delle donne, il Comitato ha citato i rapporti sulle disposizioni legali discriminatorie contro le donne, il dominio patriarcale e l’esclusione dalle posizioni decisionali nel privato e nel pubblico. Di conseguenza, il Comitato ha raccomandato l’adozione di una completa legislazione contro la discriminazione; l’abrogazione delle leggi che hanno un effetto discriminatorio contro le donne; e la rimozione delle barriere che interferiscono con la partecipazione paritaria delle donne nella forza lavoro.
Inoltre, il Comitato ha espresso profonda preoccupazione per l’entità della discriminazione su base religiosa. In particolare, il CESCR ha espresso preoccupazione per il fatto che “i membri della comunità sciita e gli apolidi, nonché coloro che sono stati denaturalizzati, si sono trovati ad affrontare discriminazioni nell’istruzione, nel lavoro e nell’esercizio dei loro diritti culturali”. Il governo del Bahrein è stato dunque esortato a rafforzare i suoi sforzi per garantire che le disposizioni antidiscriminatorie siano applicate e che i pregiudizi non siano perpetuati attraverso una politica de facto che promuove la discriminazione contro gli sciiti e preclude l’esercizio dei loro diritti culturali. Il Comitato ha altresì raccomandato che il governo lavori con le comunità sciite per il restauro dei siti religiosi danneggiati.
Le osservazioni conclusive sono una confutazione inequivocabile delle autorità governative che “non possono immaginare situazioni” in cui si verifichino violazioni dei diritti umani. I risultati del CESCR, che indicano abusi pervasivi dei diritti umani e una cultura dell’impunità, dimostrano che non c’è bisogno di immaginazione. Con la pubblicazione di queste raccomandazioni, spetta ora al governo del Bahrein impegnarsi con l’istituzione nazionale per i diritti umani, le ONG e i membri della società civile per assicurare la loro attuazione. Il governo del Bahrein è obbligato, secondo le regole del trattato, a rilasciare un rapporto di aggiornamento entro 24 mesi sull’attuazione di queste raccomandazioni. Il suo prossimo rapporto completo sarà fra 5 anni ossia nel marzo 2027.