Husain Ali Matar era uno studente di 16 anni al suo secondo anno di scuola media, quando è stato arrestato senza mandato in seguito ad una convocazione telefonica da parte di un ufficiale del Ministero degli Interni (MOI) bahreinita. Sottoposto più volte a torture fisiche e psicologiche, e a confessioni forzate, Husain sta attualmente scontando la sua pena detenuto presso la prigione di New Dry Dock.
Successivamente alla convocazione iniziale avvenuta telefonicamente, Husain è stato arrestato il 28 giugno 2020. Nello specifico, suo padre ha ricevette una chiamata da un individuo che si identificò come appartenente al MOI, il quale chiese, senza fornire alcun tipo di motivazione, di condurre urgentemente il figlio Husain presso la stazione di polizia di Roundabout 17 per sottoporlo ad interrogazione. Tale funzionario insistette inoltre sul fatto che i famigliari di Husain non sarebbero potuti entrate nella stazione di polizia; avrebbero dovuto, invece, chiamare il numero di telefono da cui proveniva la chiamata in corso, cosicché l’interlocutore sarebbe uscito per scortare Husain all’interno. Quello stesso giorno, Husain e la sua famiglia sono andati alla stazione in questione e, come richiesto, hanno chiamato il numero indicato, quando qualcuno è uscito in abiti civili per scortare Husain. Tale funzionario si è rivelato essere lo stesso individuo che aveva più volte in precedenza minacciato Husain, pronunciando in particolare la frase “Sarò sempre dietro di te, non ti lascerò mai in pace”. Una volta condotto in centrale, Husain è stato trattenuto. La famiglia rimasta all’esterno in attesa, ha visto poi, dopo poco, un agente di sicurezza uscire per dare ai famigliari alcuni degli effetti personali di Husain, dicendo che sarebbero stati contattati per ricevere informazioni riguardo ogni nuova notizia.
Husain era stato arrestato con accuse politiche nel 2018, quando aveva solo 14 anni, per esser poi rilasciato nel 2020 grazie al perdono reale quando gli restavano solo un paio di giorni per finire di scontare la sua pena. Ai tempi, Husain completò la sua istruzione di scuola media in prigione, tuttavia, egli non ricevette un diploma per questo, vedendo ostacolato il suo diritto all’istruzione. Il suo ultimo arresto è invece avvenuto a circa un mese dal suo precedente rilascio, rivelando come la grazia reale sia in realtà uno strumento di facciata che finge di derivare da una azione di buona volontà del re.
Dopo il suo arresto, ogni tipo di comunicazione è stata interrotta per due settimane. Dopo di che, Husain ha effettuato una chiamata dal centro di detenzione di Dry Dock solo per dire ai suoi genitori dove si trovava e che stava bene. Dopo ulteriori due settimane intercorse senza alcuna comunicazione, Husain ha chiamato nuovamente solo per confermare che stesse bene.
Husain per tutto il periodo dell’interrogatorio presso la stazione di polizia Roundabout 17 è stato presente, e, durante tale lasso di tempo, è stato vittima di vari abusi, tra cui l’obbligo impartitogli di stare in piedi a lungo, il ricevere percosse eccessive, l’ammanettamento da dietro la schiena. Husain è stato inoltre bendato, gli sono stati tagliati i capelli come mezzo di umiliazione, gli è stato impedito di pregare, e gli sono stati negati acqua e cibo per un certo periodo temporale. Husain, nonstante minorenne, non è stato in grado di contattare né il suo avvocato, né la sua famiglia.
Circa una settimana dopo, è stato trasferito presso l’Ufficio della Pubblica Accusa (OPP). Solo una volta portato davanti all’OPP, è stato permesso all’avvocato di Husain di essere presente. Tuttavia, la presenza dell’avvocato è consistita più in una mera formalità, piuttosto che rappresentare un’effettiva assistenza, poiché né lei né Husain erano autorizzati a parlare. L’avvocato ha potuto notare in tale occasione che Husain non era in grado di camminare correttamente a causa degli abusi a cui era stato sottoposto. Dopo il suo spostamento all’OPP, Husain è stato trasferito al Dry Dock Detention Center. In seguito a due settimane di interrogatorio, Husain è stato costretto a confessare sotto tortura.
Il 29 settembre 2020, Husain è stato condannato – insieme ad un gruppo di giovani – a tre anni di carcere, accusato di 1) aggressione a pubblico ufficiale e 2) possesso di molotov nel villaggio di Buri. Nonostante il fatto che, il venerdì in cui i fatti menzionati sono accaduti, Husain si trovava con la madre ca casa della nonna, egli è stato ugualmente condannato. Husain ha inoltre subito una serie di violazioni del diritto all’equo processo, tra cui la confessione forzata sollevata contro di lui in tribunale, od il fatto che né Husain né il suo avvocato siano stati autorizzati a parlare o presentare prove in fase di processo al fine di contestare le accuse mosse a suo sfavore. Quando poi la Corte d’Appello ha impugnato la sentenza di Husain, non solo ha confermato la sentenza di tre anni, ma ha anche aggiunto una multa monetaria di 500 Bahrein-Dinar.
Attualmente, Husain è sottoposto a negligenza medica nella prigione di New Dry Dock. Husain, ha sofferto di una grave eruzione cutanea su tutto il corpo a causa delle condizioni non igieniche e insalubri del bagno e della cella, oltre all’acqua sporca del bagno. Di conseguenza, Husain ha contratto la scabbia ed è stato messo in isolamento sanitario senza ricever alcun trattamento medico. Quando le sue condizioni sono peggiorate, le autorità della prigione gli hanno fornito una crema senza la consultazione di un medico, la quale ha avuto come conseguenza un peggioramento ulteriore delle condizioni del prigioniero. Husain non sta ricevendo l’attenzione medica sufficiente di cui ha bisogno nonostante lui soffra di anemia falciforme e di malattia del favismo. Al di là di quanto detto, non solo Husain è tenuto ad acquistare i propri prodotti igienici, quali shampoo e deodorante, ma questi prodotti sono anche notevolmente sopravvalutati nella mensa della prigione. Una cifra simile a 100 o 70 dinari bahreiniti è stata difatti prelevata dal deposito di Husain al momento dell’acquisto. Pertanto, non solo le condizioni igieniche e insalubri della prigione hanno messo a rischio la salute di Husain, ma la negligenza medica a cui è sottoposto da parte delle autorità ha ulteriormente violato i suoi diritti ed aggravato la sua condizione di salute.
Inoltre, Husain si è lamentato per l’indebolimento della sua vista, ma non è stato preso alcun provvedimento al riguardo. Le autorità non gli forniscono vestiti, ma al contempo si rifiutano di fargli avere i vestiti recapitatigli dai suoi genitori. I pasti serviti sono immangiabili in quanto le carni tendono ad essere poco cotte, cosa che ha spinto Husain ad entrare in sciopero della fame il 17 ottobre 2021 per 3 giorni, chiedendo un miglioramento della qualità dei pasti forniti.
Ad oggi, la famiglia di Husain non è ancora stata in grado di incontrarlo su pretesto della pandemia di Coronavirus. Solo dopo circa sei o sette mesi dal suo arresto è stato concesso ai famigliari di contattare Husain tramite videochiamate. La famiglia del detenuto ha quindi presentato diverse lamentele per la sospensione delle videochiamate in programma, così come per la negligenza medica a cui è stato sottoposto.
Il trattamento riservato ad Husain da parte delle autorità del Bahrein, a partire dal suo arresto arbitrario, considerando gli episodi di tortura di cui è vittima ed il vedersi calpestato il proprio diritto a un processo equo, è in netta violazione della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (UDHR) e, nello specifico, degli obblighi assunti dal Bahrein tramite la ratifica di trattati internazionali. Al riguardo, sono infatti violati gli obblighi derivanti dalla ratifica dei seguenti trattati:
- la Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti (CAT), la Convenzione sui diritti del fanciullo (CRC)
- il Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR).
Le autorità del Bahrein violano anche le norme minime delle Nazioni Unite per il trattamento dei prigionieri, anche note come “Nelson Mandela Rules”.
ADHRB chiede pertanto al governo del Bahrein di rovesciare il processo di Husain in quanto viziato da violazioni del diritto all’equo processo. Inoltre, ADHRB esorta le autorità del Bahrein, non solo ad indagare sulle accuse di tortura e maltrattamento, al fine di ritenere responsabili gli autori di queste stesse torture, ma anche a fornire ad Husain adeguate cure mediche ed a migliorare le condizioni igienico-sanitarie delle prigioni, nonché a garantire il diritto all’istruzione dei minori in carcere.