In seguito alla primavera araba del 2011, molti attivisti e difensori dei diritti umani sono stati arrestati arbitrariamente e incarcerati sulla base di processi non equi e ingiusti. La maggior parte di loro sono stati condannati all’ergastolo e hanno passato gli ultimi dieci anni dietro le sbarre. Tra queste figure prominenti vi è anche il dottor Abduljalil al-Singace, il quale celebrerà il suo sessantesimo compleanno sabato 15 gennaio.
Il dott. Abduljalil Al-Singace, attivista per i diritti umani, è stato arrestato svariate volte per il suo attivismo, l’ultima nel marzo del 2011 per aver partecipato alle manifestazioni di febbraio a favore della democrazia. Dopo numerose torture, abusi e molestie sessuali da parte delle autorità bahreinite, è stato anche vittima di un processo ingiusto e non equo, durante il quale gli è stata negata una rappresentanza legale, ed il cui esito è stato una condanna all’ergastolo.
Durante la sua detenzione, il dott. Al-Singace ha condotto numerosi scioperi della fame, lamentando così le condizioni di detenzione e gli abusi subiti. Nel 2015 ha fatto uno sciopero della fame durato 313 giorni per protestare contro le condizioni carcerarie e i trattamenti degradanti. Inoltre, lo scorso 8 luglio, egli ha iniziato un altro sciopero, in seguito alla confisca del libro al quale aveva lavorato per quattro anni, riguardante i dialetti arabi e privo di alcun contenuto politico. Attualmente, il dottor Al-Singace è al 190esimo giorno di sciopero e la sua salute si sta deteriorando considerevolmente per via della sua nutrizione a base di sali, zuccheri e tè per evitare la disidratazione. Inoltre, egli ha rifiutato anche le flebo in protesta contro la sospensione delle videochiamate con la sua famiglia. Ciononostante, le autorità del Bahrein continuano a negargli visite mediche specialistiche e qualsiasi tipo di cura o trattamento.
Sono numerosi gli attori nazionali e internazionali che si sono espressi circa l’arresto e le condizioni di detenzione del dott. Al-Singace.
A giugno 2021, la Relatrice Speciale delle Nazioni Unite per i Prigionieri Politici, Mary Lawlor, ha pubblicamente richiesto il rilascio immediato ed incondizionato di tre difensori dei diritti umani incarcerati in Bahrain; tra loro c’è anche il dott. Abdujalil al-Singace. La relatrice ha affermato che criminalizzare i difensori dei diritti umani in rappresaglia per le loro giuste e pacifiche richieste al fine di promuovere i diritti umani in Bahrain è alquanto preoccupante “non solo per l’impatto nocivo che tale azione ha sulle vite di questi individui e sulle loro famiglie ma anche per l’effetto dissuasivo che ha nella società.”
Inoltre, lo scorso luglio 16, ONG per i diritti umani – tra cui ADHRB Amnesty International, Human Rights Watch, Scholars at Risk, Bahrain Institute for Rights and Democracy – hanno rilasciato un comunicato sollecitando il rilascio incondizionato del dott. Al-Singace. Nel comunicato è stato sottolineato come il suo sciopero non faccia altro che aggravare la sua salute già molto fragile e precaria.
Anche membri dei parlamenti nazionali hanno spesso espresso preoccupazioni per le condizioni in cui si trova il dott. Al-Singace e hanno chiesto ai loro rappresentanti di agire a suo favore. Per esempio, lo scorso ottobre, membri del parlamento francese come Michel Larive, Maud Gatel e Guillaume Garot, hanno chiesto al Ministro degli Affari Esteri francese di condannare le violazioni perpetrate dalle autorità bahreinite a discapito dei difensori di diritti umani.
A novembre 2021, i deputati irlandesi Brendan Griffin, John Brady, Paul Murphy e Catherine Murphy, hanno sollevato la tematica ed espresso preoccupazioni circa la salute del dott. Al-Singace, essi hanno inoltre interrogato il proprio governo sul silenzio assordante in materia durante l’ultimo Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.
Ci sono state anche delle iniziative da parte di alcuni parlamentari italiani. A maggio l’onorevole Laura Boldrini, Emilio Carelli, Maurizio Lui e Francesca La Marca hanno inviato una lettera al Re Hamad bin Isa Khalifa del Bahrain sollecitando il rilascio immediato del dott. Al-Singace e si altri prigionieri politici. Nel documento sopracitato c’è stato anche un richiamo alla cooperazione multilaterale tra gli enti nazionali che ha portato alla risoluzione del Parlamento dell’Unione Europea a marzo 2021, richiedendo al Bahrain di agire, nello specifico, nel rispetto dei propri obblighi internazionali.
Vi sono state anche numerose iniziative individuali da parte di alcuni difensori dei diritti umani. Per esempio, numerose volte il sig. Brian Dooley, difensore dei diritti umani nel Regno Unito, ha inviato beni di prima necessità al dott. Al-Singace. Di recente, egli gli ha inviato una boule per l’acqua calda, che il dott. Al-Singace usa per alleviare il dolore alla schiena, ma che le autorità carcerarie gli hanno negato.
Le azioni delle autorità bahreinite nel caso del dott. Al-Singace sono in netta violazione dei trattati di diritto internazione ai quali il Bahrain ha aderitto, come la Convenzione contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti, ed il Patto internazionale sui diritti civili e politici delle Nazioni Unite. ADHRB invita il Bahrain a rilasciare immediatamente e incondizionatamente il dott. Al-Singace, e tutti gli altri attivisti ingiustamente detenuti da anni. Inoltre, ADHRB sollecita le autorità bahreinite a investigare le accuse di tortura e trattamenti degradanti presentate contro gli ufficiali bahreiniti, di trovare i responsabili e processarli. È inoltre altresì importante che le autorità bahreinite forniscano immediatamente al dott. Al-Singace i trattamenti medici di cui egli necessita.