I database ufficiali mostrano che la Germania è uno dei maggiori esportatori di armi al mondo. L’industria dell’esportazione di armi è uno dei principali motori economici dell’economia tedesca, con un picco nel 2015 pari a poco meno di 8 miliardi di euro di fatturato annuo.
In apparenza, la retorica della Germania sembra cercare di evitare che le sue esportazioni di armi vengano utilizzate direttamente o indirettamente in conflitti armati che violano i diritti umani e il diritto umanitario internazionale. Eppure, nella pratica, il Paese non è disposto ad applicare le restrizioni sulla vendita di armi imposte in relazione alle atrocità commesse nello Yemen. Infatti, le ricerche condotte da Amnesty International e Human Rights Watch, così come da giornali come DW, indicano che le armi tedesche hanno continuato a emergere nel sanguinoso conflitto.
Percentuale globale delle principali esportazioni di armi dei 10 maggiori esportatori, 2015-19. Fonte: Database SIPRI sui trasferimenti di armi, Marzo 2020
Lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), che pubblica ricerche sui conflitti, gli armamenti, il controllo degli armamenti e il disarmo, ha riportato in “Trends in International Arms Transfers” che la Germania è stata il quarto esportatore di armi nel periodo tra il 2015 e il 2019. Un altro rapporto dell’organizzazione, pubblicato nel Marzo 2020, ha evidenziato l’aumento delle esportazioni di armi della Germania del 17% rispetto al precedente periodo 2010-2014. Negli ultimi cinque anni, il Paese ha raggiunto 8,5 miliardi di euro di trasferimenti di armi; questi rappresentano il 5,8% delle vendite totali di armi a livello mondiale. Secondo recenti statistiche, la Germania ha realizzato un capitale di 1,1 miliardi di euro di esportazioni di armi in relazione a un PIL di 3,4 trilioni di euro nel 2019. (Questo numero è stato convertito in dollari USA).
Nonostante le continue promesse di ridurre le esportazioni di armi della Germania, la produzione dell’industria ha continuato ad aumentare ogni due anni dalla riunificazione nel 1990 ed al di sopra del valore delle esportazioni di armi approvate dal governo. In verità, la Germania ha imposto un embargo sulle armi dopo l’uccisione del giornalista Jamal Khashoggi da parte delle autorità saudite. In seguito, però, ha allentato le restrizioni, soprattutto perché tali misure infastidivano Francia e Gran Bretagna, i cui giganteschi produttori di armi richiedevano componenti tedeschi che erano stati vietate. D’altra parte, nel Marzo 2020 il giornale tedesco DW ha riferito che il governo tedesco ha approvato una proroga dell’embargo sulle armi nei confronti dell’Arabia Saudita, che ora durerà fino al 31 dicembre 2020.
Un embargo sulle armi causerebbe serie complicazioni alle capacità militari dell’Arabia Saudita che è tra i primi dieci maggiori importatori di armi tedesche nel mondo. Allentare le restrizioni a tale embargo faciliterebbe, di conseguenza, le violazioni dei diritti umani nella regione del Golfo e nel Medio Oriente. Ad esempio, dal 2015, l’Arabia Saudita ha guidato una campagna di coalizione contro i ribelli Houthi nello Yemen, causando una delle più gravi crisi umanitarie del mondo. Inoltre, l’Arabia Saudita è anche militarmente coinvolta nei conflitti mediorientali, fornendo ad esempio sostegno ai gruppi ribelli in Siria, cercando di usare l’assistenza militare per acquisire influenza in Libano e combattendo i gruppi sciiti minoritari nella provincia orientale dell’Arabia Saudita.
Il grafico sottostante mostra la percentuale di spesa militare del Medio Oriente nel 2017, dove l’Arabia Saudita occupa il primo posto. I dati sulla spesa militare del SIPRI comprendono tutte le spese in conto capitale per le forze armate, compreso il personale non solo militare ma anche civile, come le forze di pace, e tutte le agenzie governative impegnate in progetti di difesa, le forze paramilitari impegnate in operazioni militari, le attività spaziali militari, le pensioni di anzianità del personale militare e i servizi sociali per il personale, gli aiuti militari, ecc. L’attenzione alla spesa militare nella regione rivela l’ondata di conflitti ancora oggi in corso in Medio Oriente – in gran parte spiegata dalla rivalità tra Iran e Arabia Saudita. Molti conflitti nella regione sono stati sostenuti direttamente o indirettamente da questi due Stati, aumentando le tensioni regionali tra la popolazione sunnita e sciita in tutto il mondo musulmano.
Nel complesso, il 24% delle esportazioni tedesche di armi viene inviato in Medio Oriente. Di cui una quota importante è stata ricevuta dall’Arabia Saudita – la quale negli ultimi dieci anni è rimasta uno dei maggiori importatori delle vendite di armi della Germania. In termini di Trend Indicator Values (TIV), il SIPRI ha riferito in una delle sue tabelle d’esame degli importatori/esportatori che, tra il 2014 e il 2019, l’Arabia Saudita ha ricevuto un totale di 343 milioni di esportazioni di armi tedesche.
Il grafico seguente mostra come le vendite di armi abbiano oscillato tra il 2015 e il 2019. Nonostante il divieto del 2018 di vendere armi all’Arabia Saudita e il calo leggermente evidente, il Paese è sempre rimasto il più grande consumatore della Regione del Golfo.
Il servizio radiotelevisivo tedesco, Deutsche Welle (DW) ha inoltre riferito nel 2018 che l’Arabia Saudita è stata uno dei principali consumatori della Germania. Da Settembre a Ottobre dello stesso anno, la Germania ha raggiunto i 416,4 milioni di euro di vendite di armi. Solo in Ottobre, le esportazioni sono state pari a 254 milioni di euro. Di conseguenza, nel 2018, l’Arabia Saudita è rimasta il terzo consumatore della Germania dopo l’Algeria e gli Stati Uniti.
La Germania è nota a livello internazionale per aver limitato i trasferimenti di armi verso i Paesi direttamente coinvolti nella guerra nello Yemen, a seguito dei rapporti che delineano gli abusi diffusi e sistematici perpetrati dalla coalizione guidata dall’Arabia Saudita. Inoltre, la notizia dell’uccisione del giornalista saudita Jamal Khashoggi, avvenuta nel 2018, ha spinto il Parlamento Europeo a chiedere ai suoi Stati membri di imporre un embargo sulle armi all’Arabia Saudita. A seguito delle pressioni internazionali, la Germania ha accettato una moratoria temporanea sulle vendite di armi all’Arabia Saudita, che è stata prorogata nel Marzo 2019 per altri sei mesi. Ciononostante, le prove dimostrano che, dalla sua introduzione, l’impegno per la restrizione alla vendita di armi e la sospensione delle future licenze ai Paesi che hanno un ruolo diretto nel conflitto dello Yemen, non è stato attuato al 100%, rendendo l’impegno originale falso.
Amnesty International ha riferito nel 2018 che la maggior parte dei Paesi, tra cui la Germania, che avevano promesso di vietare i trasferimenti di armi all’Arabia Saudita non ha mai rispettato tali promesse. Uno specialista tedesco del disarmo, Sevim Dagdalen, aveva rivelato che alcuni accordi futuri erano ancora sul tavolo delle trattative. Dall’inizio del 2019, Dagdalen ha riferito che la Germania ha approvato l’esportazione di un miliardo di euro di armi tedesche verso l’Egitto, gli Emirati Arabi Uniti e altri membri della coalizione guidata dall’Arabia Saudita nello Yemen. Inoltre, non era un segreto che il Paese continuasse a vendere armi parzialmente prodotte in Germania all’Arabia Saudita. Armi e veicoli come l’aereo Eurofighter e i sistemi missilistici terra-aria MBDA sono costruiti da un consorzio di aziende europee che comprende la Germania.
L’Arabia Saudita non è l’unico paese beneficiario di un’attuazione libera della restrizione al commercio di armi. Anche altri membri della coalizione guidata dall’Arabia Saudita si sono assicurati il trasferimento di armi negli ultimi due anni. Dal 2019 la Germania ha esportato armi per un valore di 1 miliardo di euro alla stessa coalizione militare guidata dall’Arabia Saudita. Il governo tedesco ha concesso 257 milioni di euro agli Emirati Arabi Uniti che, secondo un gruppo di esperti dell’ONU, ha aggravato la guerra nello Yemen commettendo violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario. Accanto agli Emirati Arabi Uniti, l’Egitto rimane uno dei maggiori importatori di attrezzature militari tedesche per un valore di 800 milioni di euro di vendite. Il Paese ha recentemente acquistato missili, parti di razzi, sistemi di acquisizione di obiettivi e un sottomarino dalla società tedesca ThyssenKrupp Marine Systems.
Il motivo alla base della rivendicazione di questi accordi di cui sopra emerge chiaramente dalla dichiarazione di Angela Merkel a seguito dell’approvazione di un accordo per la fornitura di armi all’Arabia Saudita nel 2019. Il Cancelliere ha sostenuto che i sistemi e i progetti concordati dalla Germania prima del divieto devono essere seguiti, in modo da garantire che la Germania rimanga un partner veritiero per i Paesi coinvolti in una partnership commerciale. L’ammorbidimento del divieto può essere spiegato in riferimento alle pressioni politiche esercitate da Regno Unito e Francia a causa di accordi precedentemente esistenti in materia di trasferimento di armi e di esportazione di armi. Nel gennaio 2019, Francia e Germania hanno deciso che nessuno Stato avrebbe dovuto bloccare le esportazioni di armi dell’altro se la percentuale dei componenti non avrebbe superato il 20% del volume totale. Di conseguenza, la Germania ha giustificato l’elusione del divieto facendo appello all’importanza della cooperazione economica. Con questa affermazione, è chiaro che il Cancelliere tedesco ponga maggiore enfasi sulle ragioni economiche della cessazione degli accordi di armamento con i paesi belligeranti e non sulla disastrosa crisi umanitaria che si sta verificando nello Yemen dal 2015.
La Germania non ha mantenuto le promesse di limitare le vendite di armi ai Paesi coinvolti nella guerra nello Yemen. Nonostante le dichiarazioni ufficiali e le pressioni internazionali, la vendita di armi all’Arabia Saudita, impegnata a inasprire il conflitto yemenita, non si è mai veramente fermata. Ancora una volta, gli interessi economici sembrano prevalere sull’importanza del diritto umanitario e dei diritti umani riconosciuti a livello internazionale. Eppure la Germania continua a lodare ipocritamente se stessa nel suo presunto ruolo di mediatrice nella crisi umanitaria yemenita, limitando i trasferimenti di armi nella regione – ma è chiaro che questi traffici di armi non sono mai stati completamente proibiti. La Germania continua a trovare modi alternativi e indiretti per assicurarsi di trarre ancora profitti dalla vendita di armi.