23 luglio 2020 – Il Re del Bahrein Hamad bin Isa al-Khalifa deve commutare le condanne a morte di Mohamed Ramadhan e Hussein Ali Moosa. Questo è ciò che hanno dichiarato 16 gruppi per i diritti umani bahreniti e internazionali oggi in una lettera congiunta diretta proprio al Re. Gli uomini che sono stati condannati non hanno avuto accesso ad un processo equo e le accuse di tortura che hanno presentato non sono state adeguatamente indagate.
Le forze dell’ordine hanno arrestato Moosa, 33 anni, il 21 febbraio 2014 e Ramadhan, 37 anni, il 18 febbraio 2014, sulla base di accuse di assalto alla polizia “a scopo terroristico”, in relazione ad un bombardamento che quell’anno aveva portato alla morte di un poliziotto nel villaggio di Al-Dair. Sia Moosa che Ramadhan hanno dichiarato che le loro confessioni sono state estorte tramite il ricorso alla tortura. Inoltre, a nessuno degli accusati è stato concesso di incontrare il proprio legale prima del processo.
“La pena capitale è una punizione unica per la sua letalità e finalità, e i seri dubbi che persistono sulla correttezza dell’intero processo gettano le basi per commutare tale sentenza”, ha detto Joe Stork, Direttore per la regione MENA di Human Rights Watch. “Il Re bahrenita Hamad deve correggere questo grave errore giudiziario e assicurare quindi che Hussein Ali Moosa e Mohamed Ramadhan non vengano giustiziati”, ha aggiunto.
Un tribunale penale ha condannato a morte i due uomini il 29 dicembre 2014 e la Corte di Cassazione ha confermato le condanne nel novembre 2015, annullandole poi nell’ottobre 2018 dopo che una precedente cartella clinica sembrava confermare le accuse di tortura mosse da Moosa. Tuttavia, senza ulteriori indagini e con la presenza delle stesse prove, l’Alta Corte di Appello Penale ha ristabilito le accuse e le conseguenti condanne alla pena capitale per Moosa e Ramadhan l’8 gennaio 2020, condanne che la stessa Corte di Cassazione ha sostenuto lo scorso 13 luglio 2020.
Secondo il diritto bahrenita, dopo che la Corte di Cassazione conferma una condanna a morte, la decisione viene mandata direttamente al Re, che ha il potere di ratificare la sentenza, commutarla oppure concedere la grazia. Al momento altri dieci detenuti sono stati condannati a morte in Bahrein e sono in attesa della decisione del re.
“Mohammed e Husain si sono uniti agli altri dieci individui le cui esecuzioni potrebbero essere ordinate dalla semplice firma del Re”, ha commentato Sayed Ahmed Alwadaei, Direttore dell’Advocacy di BIRD. “Gli alleati del Bahrein a Washington e Londra devono mettere le cose in chiaro, esplicitando che ci saranno delle conseguenze qualora le esecuzioni vengano effettivamente compiute”.