Ali Ebrahim AlArab era uno studente quindicenne del liceo di Bani Jamra, Bahrain, prima del suo arresto nel 2019. È stato detenuto senza alcuna accusa ed interrogato senza un avvocato o un genitore, in violazione dei suoi diritti umani. Rimane tuttora presso il New Dry Dock, la sezione del carcere di Jau per i minori di 21 anni.
Il 30 aprile 2019, un funzionario della Direzione delle indagini penali (CID) ha chiamato il padre di Ali e gli ha chiesto di presentare Ali al CID. Gli agenti hanno dichiarato che avrebbero interrogato Ali per alcune ore e che sarebbe stato rilasciato, poiché sapevano che durante questo periodo stava sostenendo gli esami scolastici.
Il padre di Ali si è attenuto alle regole e ha portato Ali al CID alle 16:00 circa dello stesso giorno, il 30 aprile 2019. Suo padre aspettò fuori dalla sala interrogatori per tre ore, finché Ali chiamò sua madre e le disse di chiamare suo padre e dirgli di andare a casa. Ali è stata interrogato senza la presenza di un avvocato o di un genitore. Tre giorni dopo il suo arresto, Ali chiamò la sua famiglia, informandola che era ancora detenuto al CID e che stava “bene”. Ali non era stato accusato di alcun crimine in quel momento.
Gli agenti hanno trattenuto Ali al CID per due settimane, trasferendolo alla Procura della Repubblica per due volte, il 5 maggio e il 14 maggio 2019. Il 5 maggio 2019, Ali è stato accusato di aver piazzato un falso esplosivo e di aver bruciato delle gomme. Il 14 maggio 2019 è stato accusato di aver piazzato un falso esplosivo in via AlBudai nel marzo 2019. La sua detenzione è stata disposta per 30 giorni. È stato trasferito al Dry Dock Detention Center per la custodia cautelare. La sua detenzione è stata rinnovata ogni 30 giorni per sei mesi. L’avvocato di Ali ha dichiarato che l’unica prova contro Ali era una dichiarazione di un altro quindicenne.
Durante una telefonata, la famiglia di Ali ha chiesto se fosse stato sottoposto a tortura al CID, ma non era in grado di parlare liberamente, poiché durante la telefonata era presente un ufficiale. Li ha informati che era bendato mentre si trovava al CID.
La famiglia di Ali ha chiesto più volte alle amministrazioni del CID e del Dry Dock di permettere ad Ali di sostenere i suoi esami, ma le amministrazioni hanno risposto solo dopo che la data dell’esame era già stata superata. La famiglia chiese anche all’amministrazione del Dry Dock di permettergli di avere dei libri per studiare. L’amministrazione del Dry Dock ha respinto questa risposta, affermando che i detenuti non hanno bisogno di libri.
Il 31 ottobre 2019, Ali è stato condannato nel suo primo caso e condannato a due anni di carcere. È stato trasferito alla prigione di Jau, gli è stata data un’uniforme e i suoi capelli sono stati tagliati con la forza. È stato portato al New Dry Dock, la sezione di Jau riservata ai minori di 21 anni, dove tuttora si trova.
A New Dry Dock, gli agenti hanno isolato Ali, sostenendo che era risultato positivo all’epatite C. Lo hanno tenuto in una piccola cella con un altro individuo afflitto. Sua madre ha chiamato l’amministrazione e gli ha chiesto che venisse allontanato da questa cella fino a quando non fossero stati effettuati ulteriori test. Ali è stato trasferito in una cella solitaria, dove è stato tenuto per 23 ore al giorno per due settimane, quando i risultati degli esami del sangue hanno dimostrato che non soffriva di epatite C o di qualsiasi altra condizione medica.
Il governo del Bahrein ha violato numerose leggi e obblighi in materia di diritti umani nel trattamento di Ali, tra cui la Convenzione internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR), la Convenzione sui diritti del fanciullo (CRC), la Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti (CAT) e la Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (ICESCR), a cui il Bahrein ha aderito. Ali è stato trattenuto senza accuse per sei giorni e solo dopo sei giorni è stato portato dinanzi ad un’autorità giudiziaria, in violazione dell’articolo 14 dell’ ICCPR e dell’articolo 37 del CRC. Inoltre, l’uso di una benda sugli occhi durante gli interrogatori presso il CID ha creato un ambiente coercitivo e può aver costituito un maltrattamento, in violazione del CAT e del CRC. In aggiunta, il prolungato periodo di isolamento di due settimane può superare la necessità medica e può anche costituire una tortura o un maltrattamento. Infine, il rifiuto delle autorità di accogliere Ali per studiare e completare i suoi esami è in violazione del suo diritto all’istruzione sancito dall’articolo 28 del CRC e dall’articolo 13 dell’ICESCR.
Americans for Democracy & Human Rights in Bahrain (ADHRB) chiede al governo di rilasciare Ali, alla luce delle tecniche di interrogatorio coercitivo, senza la presenza di un genitore o di un avvocato. Chiediamo inoltre alle autorità bahreinite di indagare sulle accuse di tortura e maltrattamenti nel CID e nelle strutture di detenzione. Chiediamo inoltre al governo del Bahrein di rispettare gli obblighi che gli incombono in base al diritto internazionale, fornendo un risarcimento ad Ali per la violazione dei suoi diritti ai sensi dell’ICCPR, CAT, CRC e ICESCR.