21 gennaio 2020. Giovedì 9 gennaio, la Presidente della Commissione per i diritti umani del Senato italiano, Stefania Pucciarelli, ha inviato una lettera al re Hamad bin Isa del Bahrein, chiedendo con urgenza che il Regno protegga la vita di due cittadini bahreiniti: Mohamed Ramadhan e Hussain Moosa.
L’8 gennaio 2020, l’Alta Corte d’Appello Penale del Bahrein ha confermato le condanne a morte di Mohammed Ramadhan e Hussain Moosa – condannati nel dicembre 2014 con l’accusa di aver ucciso un agente di sicurezza. La loro condanna si scontra con le accuse di tortura. La decisione dell’8 gennaio giunge dopo una breve tregua; il 22 ottobre 2018, la Corte di Cassazione aveva rovesciato il loro verdetto sulla base di nuovi referti medici che potevano mostrare segni di tortura e che tali prove non erano state prese in considerazione dalla corte nel processo originario.
Tuttavia, l’8 gennaio 2020, l’Alta Corte d’Appello ha riconfermato la pena di morte – una decisione che ignora ampiamente le prove e si rifiuta ancora una volta di prendere in considerazione la forza con cui è stata ottenuta la confessione.
Come sottolinea la lettera della Presidentessa Pucciarelli – l’Italia e il Bahrein hanno goduto di relazioni ‘eccellenti e amichevoli’, come dimostra l’accresciuta cooperazione economica e commerciale. La lettera della Presidentessa Pucciarelli sottolinea inoltre che l’Italia e il Bahrein sono entrambi firmatari di diversi trattati internazionali sui diritti umani, tra cui il Patto internazionale sui diritti civili e politici e la Convenzione contro la tortura e le pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti. Come tale, questa lettera invita il Bahrein ad aderire ai suoi obblighi internazionali e ad “associarsi alla comunità internazionale nel rispetto del valore fondante di ogni società, il rispetto del diritto alla vita”.
La Presidentessa Pucciarelli chiede umanità ed empatia da parte del Re Hamad bin Isa del Bahrein e chiede la commutazione delle sentenze di morte. La Presidentessa Pucciarelli ha inoltre sottolineato la disponibilità di condanne alternative – ossia pene detentive – disponibili sia per Ramadhan che per Moosa.
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