Nonostante le continue e sistematiche violazioni dei diritti umani in Arabia Saudita, i popolari musicisti stranieri continuano a esibirsi nel regno. Mentre l’abolizione del divieto di guidare l’anno scorso sembrava un passo nella giusta direzione, le donne rimangono ancora oppresse. Molte attiviste sono state arbitrariamente arrestate e torturate, e il sistema di tutela maschile lascia le donne vulnerabili alla violenza domestica e costituisce un ostacolo al loro accesso ai servizi di base. Inoltre, il governo saudita non si ferma davanti a nulla per mettere a tacere il dissenso – come dimostra l’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi. Il disprezzo dell’Arabia Saudita per i diritti umani dovrebbe dissuadere gli artisti dal fare apparizioni, ma la rapper statunitense Nicki Minaj è attualmente in prima pagina al festival musicale di Jeddah alla fine del mese, insieme ad altri grandi nomi come Liam Payne e Steve Aoki.
Nicki Minaj è ampiamente conosciuta per il suo stile provocatorio e le sue canzoni con un’enfasi sull’empowerment femminile. Nicki Minaj ha già dovuto affrontare le critiche delle organizzazioni per i diritti umani per la sua decisione di esibirsi al festival, soprattutto se si considera che gli spettatori femminili dovranno indossare abiti lunghi, conosciuti anche come abayas, e che le donne saudite rimangono limitate dal sistema di tutela maschile. Quando le celebrità popolari visitano l’Arabia Saudita e ignorano gli abusi in corso, ciò serve solo ad aiutare il governo a mascherare le violazioni dei diritti umani.
Minaj non è la prima cantante statunitense ad esibirsi in Arabia Saudita. Lo scorso gennaio, la pop star internazionale Mariah Carey ha tenuto un concerto nel regno nonostante gli appelli dei gruppi per i diritti umani a boicottare il Paese a causa delle preoccupazioni sui diritti umani, compreso il ruolo del governo saudita nell’uccisione del giornalista Jamal Khashoggi. I pubblicitari di Carey hanno difeso la sua scelta affermando che sperava di utilizzare lo spettacolo per lavorare alla desegregazione del genere in Arabia Saudita con un pubblico misto. Anche altri musicisti di alto profilo come David Guetta, Sean Paul e Akon hanno messo in scena spettacoli nel regno quest’anno.
Purtroppo, spettacoli come questi distraggono dalle violazioni dei diritti umani e aiutano il governo saudita a proiettare false immagini di ‘modernità’ e ‘riforma’. In vista della performance di Nicki Minaj, diversi gruppi per i diritti umani, tra cui la Human Rights Foundation, l’hanno esortata a cancellare lo spettacolo. Essi avvertono che ciò che ne seguirà condonerebbe l’uso dell’omicidio di Mohammed bin Salman per sopprimere la libertà di parola e di espressione, oltre ad altre violazioni dei diritti in corso, dato che egli è responsabile dell’approvazione e del finanziamento della sua performance.
Se sono veramente interessati a promuovere l’uguaglianza, i musicisti che sono invitati in Arabia Saudita dovrebbero boicottare il Paese o applicare alle loro esibizioni condizioni migliori in materia di diritti umani. Data l’attenzione che il governo saudita dedica all’ottica, la critica di un artista ha la capacità di creare un impatto enorme.
Emily Yormak è una stagista dell’ADHRB.