Le violazioni dei diritti umani sono una preoccupazione costante in Bahrein. Mentre diversi Paesi hanno condannato le atrocità, è deludente che l’Italia non abbia preso una posizione solida nell’affrontare le insufficienze del Bahrein in materia di diritti umani. L’Italia, una nazione rinomata per la sua lunga storia e per la sua dedizione ai diritti umani, non ha ancora esercitato la sua influenza per promuovere questi principi fondamentali in Bahrein.
Una delle principali ragioni per cui l’Italia ha assunto una posizione deludente rispetto alle potenzialità, è rappresentata dagli stretti legami economici con il Bahrein. L’Italia, importante partner commerciale, sembra anteporre le preoccupazioni economiche a quelle relative alla tutela dei diritti umani. La riluttanza del governo italiano a mettere a repentaglio queste relazioni economiche si è tradotta in uno sforzo minimo per affrontare la situazione dei diritti umani in Bahrein. I fattori economici sono importanti, ma non dovrebbero mai essere anteposti alla promozione e alla difesa dei diritti umani.
Inoltre, il processo di democratizzazione è stato ostacolato dall’incoerente mancanza di pressioni diplomatiche da parte dell’Italia nei confronti del Bahrein. L’Italia è stata relativamente silenziosa rispetto ad altri Paesi europei, che hanno denunciato pubblicamente la situazione del Bahrein in materia di diritti umani.
La Francia, ad esempio, si è impegnata ad affrontare le violazioni dei diritti umani perpetrate dalle autorità bahreinite. Nel 2021, diversi legislatori francesi hanno incoraggiato il Ministro degli Esteri francese a esprimere la propria preoccupazione per il deterioramento della situazione dei diritti umani in Bahrein. Secondo quanto riferito da Americans for Democracy & Human Rights in Bahrain (ADHRB), nel maggio scorso quattro legislatori hanno parlato dei presunti abusi perpetrati dal Bahrein con il Ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian. Questi presunti abusi includono la detenzione di oppositori politici, la soppressione della libertà di parola e le violenze ai danni dei prigionieri politici.
L’Italia, tuttavia, dimostra la sua volontà di chiudere un occhio sulle sofferenze della popolazione bahreinita, non denunciando apertamente gli abusi e non sollecitando l’assunzione di responsabilità.
La posizione dell’Italia è particolarmente preoccupante alla luce della sua lunga storia di difesa dei diritti umani. L’Italia ha contribuito in modo determinante alla creazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e ha partecipato a numerose campagne globali per la difesa dei diritti umani.
La legittimità dei tentativi internazionali di risolvere le questioni relative ai diritti umani è dunque ulteriormente indebolita dall’assenza della leadership italiana. La mancanza di una posizione proattiva dell’Italia nei confronti del Bahrein crea un precedente problematico, dato che l’Italia è membro dell’Unione Europea e delle Nazioni Unite. Indebolisce la voce collettiva della comunità internazionale e dà al Bahrein un senso di impunità nelle violazioni dei diritti umani.
ADHRB è molto allarmata per la mancanza di leadership dell’Italia nelle questioni relative alla tutela dei diritti umani in Bahrein. Questa debole posizione è il risultato del disinteresse del Paese per la propria storia di diritti umani, della priorità data agli interessi economici rispetto ai diritti umani fondamentali e della mancanza di una continua pressione diplomatica. L’Italia ha la capacità di dare un grande contributo alla promozione e protezione dei diritti umani in Bahrein, ma deve prima rivedere le proprie priorità e dimostrare un impegno più forte nei confronti di questi principi fondamentali.