3 aprile 2020 – Ventidue gruppi internazionali per i diritti religiosi hanno scritto al Re del Bahrein sollevando serie preoccupazioni riguardo alle continue violazioni della libertà religiosa nel Regno del Bahrein, in particolare nei confronti dei cittadini musulmani sciiti del Regno e di importanti date ed eventi religiosi sciiti circostanti, così come l’emarginazione politica basata sulla religione. La lettera che è stata pubblicata oggi, guidata dagli americani per la democrazia e i diritti umani in Bahrein e sostenuta da importanti gruppi internazionali per i diritti religiosi, chiedeva la fine delle politiche sistematiche di discriminazione religiosa profondamente radicate in Bahrein.
Nella lettera, i gruppi per i diritti del Bahrein sostengono che la discriminazione contro i suoi cittadini sciiti si manifesta anche nell’arena politica, dove il gerrymandering sistematico ha fatto sì che i cittadini sciiti siano meno rappresentati nel governo. Le aree sciite densamente popolate hanno lo stesso numero di rappresentanti parlamentari delle aree sunnite meno popolate. Inoltre, la combinazione di una palese discriminazione religiosa attraverso l’arresto e la detenzione di leader religiosi e la mancanza di rispetto per i giorni religiosamente significativi, e il disaffezionamento politico basato sulla religione ha approfondito l’emarginazione della popolazione sciita del Bahrein. I gruppi per i diritti esortano il governo del Bahrein a liberare gli ecclesiastici dalla prigione.
Husain Abdulla, direttore esecutivo di Americans for Democracy & Human Rights in Bahrain (ADHRB): “Questa lettera è arrivata al momento giusto per richiamare l’attenzione sulla diffusa e sistematica discriminazione religiosa in Bahrein, soprattutto quando si tratta di trattare i cittadini bahreiniti che sono bloccati in Iran e necessitano dell’assistenza del governo del Bahrein. C’è un chiaro caso di discriminazione nel modo in cui il governo tratta l’evacuazione dei suoi cittadini dall’Iran rispetto ad altre parti del mondo. Il Bahrein deve dimostrare con le azioni il suo dichiarato impegno alla tolleranza religiosa attraverso una rapida evacuazione dei cittadini bloccati in Iran e non il piano attuale che ne mette in pericolo la salute e la vita“.
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